Partiamo dalle base: per poter cucinare al meglio quest’ottimo pesce, è necessario imparare a conoscerlo. La coda di rospo è uno dei pesci della famiglia delle Lophiidae, il suo nome scientifico è infatti lophius piscatorius. È conosciuto anche con il nome di rana pescatrice, senza che abbia nulla a che vedere con il mondo degli anfibi.
Le sue caratteristiche fisiche lo rendono subito molto facile da riconoscere, specie quando popola i banchi del mercato ittico: la coda di rospo ha una grossa testa, in gran parte ricoperta di creste ossee che sembrano spine; visto di fronte sembra un pesce appiattito e largo, con un corpo sproporzionatamente piccolo rispetto alla parte anteriore. La grossa bocca, che è rivolta verso l’alto, si apre in modo vistoso, rivelando due file di denti aguzzi. Ma concentriamoci sul resto del corpo: è quello senza creste, ed è anche quello che finirà nelle vostre padelle! La pelle sulla zona dorsale, bruna o olivastra, è perfetta per mimetizzarsi nei fondali sabbiosi, ma non basta a salvare questo pesce dalle reti dei pescatori, che conoscono bene il valore delle sue carni pregiate. La coda di rospo ha due pinne laterali, a forma di ventaglio, che si dipartono dall’osso centrale e sono molto scure, a contrasto con il ventre bianco.
Parliamo anche di dimensioni: sapevate che una buona rana pescatrice può arrivare alla lunghezza di più di un metro, per un peso complessivo pari a quello di un bambino? Gli esemplari che troverete in pescheria, però, specie se già privi della testa, non saranno molto più lunghi di una trentina di centimetri. La coda di rospo è un pesce d’alto mare, che richiede una certa maestria nella pesca, e vive abitualmente in profondità, in zone non facilmente accessibili. È sua abitudine restare immobile anche per diverse ore, in attesa della preda, nascosta sotto la sabbia dei fondali marini. Sebbene sia molto comune nel Mediterraneo, si tratta di un prodotto che arriva principalmente dall’oceano Atlantico, per cui non è raro trovarlo in commercio già surgelato.
L’interesse principale di questo pesce è dato, come accento, dalla bontà e dalle proprietà nutritive delle sue carni. La rana pescatrice è un pesce pregiato, magro e adatto a molti tipi diversi di alimentazione. La polpa di questo pesce, piuttosto soda, ha la capacità di restare consistente anche dopo la cottura e, a differenza di altri pesci, cuocendo perde i liquidi in eccesso senza seccarsi e diventare stoppacciosa. Il suo maggior pregio, in cucina, è proprio la tenuta della sua carne: non scuoce, non si secca, resta umida e soffice, mantiene un ottimo sapore e i suoi succhi insaporiscono salse e condimenti, dando loro un piacevole sapore di mare. La coda di rospo, inoltre, ha anche un’altra importante qualità: il filetto si ricava facilmente, senza spreco di carne; e non bisogna combattere contro insidiose spine, perché questo pesce è dotato di un’unica grossa spina dorsale centrale.
In commercio si trova confezionato già in tranci, già sfilettato, oppure intero ma privato della testa, che si può comunque utilizzare insieme alle lische e agli altri scarti per realizzare deliziosi brodi o per il fumetto di pesce. Le ricette a base di coda di rospo sono molte e variegate; si possono usare i filetti di rana pescatrice per piccoli antipasti di pesce, ma anche per ottimi sughi e condimenti destinati a piatti di pasta, risotti e altri primi. Non è raro vedere la coda di rospo impiegata per fare la zuppa di pesce: nella variante livornese, questo pesce è impiegato, quando disponibile, anche per la preparazione del celebre cacciucco, re di tutte le zuppe di mare. Questo prodotto è infatti diventato uno dei più ricercati dalla ristorazione di alto livello: sono molte le ricette e i piatti stellati che ne fanno uso, o che lo utilizzano come vero e proprio protagonista del piatto, specie in gustosi secondi piatti al profumo di mare.
Ma vedremo più avanti che la rana pescatrice si adatta perfettamente anche a cotture molto più semplici e rapide, che non richiedono né particolare esperienza né molto tempo da parte di chi cucina. La dolcezza delle sue carni si presta, infatti, anche a un tipo di cottura molto veloce e leggera, come quella in padella insieme a un filo d’olio e una manciata di prezzemolo. Allo stesso tempo, come accennato, questo pesce si adatta facilmente anche a cotture molto più lunghe e aggressive, come quella al forno (spesso si fa cuocere in teglia insieme a olive, pomodorini e capperi, insieme a un mix di erbe aromatiche) oppure in frittura, magari avvolta da una golosa pastella o da una croccante panatura.