Tipi di lievito per pizza: quali sono e come sceglierli
Le ricette di pane, pizza e focacce hanno tutte un elemento in comune: un agente lievitante che favorisca la lievitazione. Nella preparazione di dolci lievitati o impasti salati, possono variare gli ingredienti così come i tipi di lievito. Molti sono ormai conosciutissimi; parliamo del lievito di birra, così come della pasta madre, di origini antichissime ma solo recentemente tornata in voga nella fermentazione. La differenza non riguarda soltanto il processo di lievitazione e il tempo di lavorazione ma anche la cottura, la digeribilità e il sapore, in particolare per quanto riguarda l'acidità, molto spiccata sia nel lievito madre che in quello istantaneo.
Nonostante le numerose variabili che incidono sulla maturazione dell'impasto la cruciale fase di lievitazione è la stessa; l'obiettivo principale di ogni tipo di lievitato è quello di sviluppare il glutine, necessario a inglobare l'anidride carbonica prodotta dai microrganismi presenti nel lievito che riescono a produrla nutrendosi dello zucchero, presente nella farina.
Questa è la reazione chimica della fermentazione, nonché il segreto della pizza fatta in casa, della pizza napoletana e di qualunque lievitato. Per realizzare un impasto per pizza a regola d'arte dovrete regolare, oltre alla quantità di farina e di acqua e all'umidità presente nell'ambiente di lavoro anche la quantità di lievito in base alla tipologia che avrete scelto.