Perché si chiama?

Perché si chiama?

Molto spesso, in cucina parliamo di piatti, ingredienti e preparazioni senza renderci conto che dietro i loro nomi ci sono storie, racconti, origini. In questo articolo, vi riveleremo i segreti semantici della cucina internazionale e l’origine dei nomi di alcuni piatti che, oltre alla loro bontà, nascondono una storia interessante.

Faremo un viaggio spaziando dall’Occidente all’Oriente, andando da nord a sud dello Stivale per scovare i nomi degli alimenti o delle ricette più particolari e raccontarvi un po’ le loro storie fantasiose, le leggende che si narrano e gli accadimenti che sono all’origine dell’etimologia delle parole di un gustoso vocabolario culinario.

Perché si chiama hot dog?

Si chiama hot dog per via di un disegno di un vignettista americano.

Sono amatissimi dai bambini, apprezzati dagli adulti, si gustano come cibo di strada, si preparano in occasioni conviviali e arricchiscono i barbecue primaverili in giardino: gli hot dog sono un piatto adatto ad ogni occasione. Il loro nome però è davvero molto curioso. Se vi siete sempre chiesti da dove derivi, oggi noi vi diamo la risposta.

L’hot dog è un delizioso panino ripieno di würstel e condito con salse come ketchup, maionese, senape o con cipolle fritte.

La teoria più accreditata attribuisce l’origine del nome di questo gustoso panino a una vignetta disegnata da un artista americano che, avendo visto i panini ripieni di würstel allo stadio durante le partite di football, disegnò un bassotto dentro un panino. Il würstel, infatti, gli ricordava questa razza canina: nella sua personale associazione di idee, entrambi erano lunghi, rossi e di origini tedesche. Fu così che il nome hot dog divenne di uso comune.

Perché si chiama hamburger?

Si chiama hamburger perché ricorda la bistecca di Amburgo.

Hamburger è l’abbreviazione di "Hamburger steak"che vuol dire bistecca di Amburgo perché, per la prima volta, la carne inserita in un panino era stata mangiata in Germania. Questa bistecca di Amburgo ha preso talmente piede negli Stati Uniti che ben presto, nel giro di pochissimi anni, il panino farcito di carne è diventato il simbolo di un intero Paese che ha fatto nascere catene di ristoranti e fast food che si sono stabiliti in tutto il mondo. Gli hamburger si mangiano ovunque: nei fast food, ma anche nei ristoranti stellati, nei chioschetti per strada o a casa.

Questi panini ripieni di carne macinata e conditi con salse, insalate, formaggio, pomodori e chi più ne ha più ne metta, sono forse i più famosi panini del mondo.

Se arrivano in tavola hamburger e patatine per cena è una festa per tutti. Se siete anche voi amanti di questo cibo così popolare, vi sveliamo tutti i trucchi su come cucinare gli hamburger a casa.

Perché si chiama ketchup?

Si chiama ketchup perché deriva da una salsa cinese chiamata "Ke Tsiap".

Una salsa dal sapore intenso e gustoso, imprescindibile nel condimento di hamburger e hot dog, ma anche buonissima sulle patatine fritte.

Per cercare le sue origini dovete spostarvi in Cina e non negli Stati Uniti, come molti credono.

Questa buonissima salsa dal colore rosso è composta da una base di succo di pomodoro, arricchito dal sapore della cipolla, dell'aceto, dello zucchero e di alcuni aromi. In origine, era una salsa cinese a base di pesce sott’aceto dal nome "Ke Tsiap" che venne importata in Occidente dai marinai inglesi nel XVIII secolo.

Un barattolo di ketchup si trova sempre in casa e se sapete come fare la maionese e ne preparate una bella quantità, se avete senape, cetriolini, pomodori e insalata, siete pronti per preparare una gustosissima cena a base di hot dog, hamburger e patatine fritte.

Perché si chiama caciocavallo?

Si chiama caciocavallo perché viene messo ad asciugare a cavallo di un’asta.

Buono se mangiato in purezza, gustoso e filante se cotto, il caciocavallo è un formaggio apprezzato da tutti. Il suo nome è composto da due parole: cacio, quindi formaggio, e cavallo.

Il nome cacio è facilmente comprensibile, ma perché cavallo?

È possibile che questo formaggio si chiami così perché le forme vengono appese a cavallo di un’asta o perché hanno la sagoma di un cavallo.

Il caciocavallo si utilizza in cucina in moltissimi modi: come ripieno di sfiziosi panini, come ingrediente di lasagne, paste al forno, involtini di carne e piatti di verdure.

Perché si chiama mozzarella in carrozza?

Si chiama mozzarella in carrozza perché la mozzarella che fila ricorda le due briglie del cavallo di una carrozza.

Molti pensano che questo nome così particolare derivi dalla posizione che ha la mozzarella che è come se fosse seduta sul pane che diventa una carrozza. Al primo boccone, la mozzarella, se cotta bene, fila, ed è così che ricorda le briglie del cavallo.

Vi è però una seconda versione che vuole che questo nome derivi dall’abitudine di trasportare in carrozza, nei tempi antichi, i formaggi e il latte. Siccome, però, le distanze erano lunghe e il tempo di percorrenza in carrozza molto dilatato, il latte spesso arrivava cagliato a destinazione e si trasformava in formaggio fresco.

La mozzarella in carrozza si prepara con fette di pane in cassetta o fette di pane casereccio, immerse nell’uovo, infarinate e immerse di nuovo nell’uovo.

Si può arricchire anche con il prosciutto cotto, ma la ricetta tipica prevede solo pane e formaggio. Per farcire il pane, potete scegliere una buona mozzarella, ben scolata dal suo latte, oppure una scamorza, un formaggio a pasta filata molto asciutto e particolarmente indicato per questo tipo di preparazioni.

Perché si chiama insalata russa?

Si chiama insalata russa per le sue origini moscovite.

L’insalata russa è un contorno, ma può diventare anche un piatto unico, è deliziosa su crostini e tartine per l’aperitivo e il suo gusto seduce sempre tutti.

Come nasce, però, l’insalata russa? Aveva gli stessi ingredienti sin dall’inizio o era diversa? Scopriamolo insieme.

Negli anni Sessanta, un cuoco belga di nome Lucien Olivier aprì in Russia un ristorante francese in cui, per la prima volta, inserì nel menu un piatto fatto con petti di pernici, code di gamberi e quaglie interamente ricoperti di maionese e gelatina e decorato con uova, patate e sottaceti. Questo piatto venne mescolato nel piatto da uno degli ospiti del ristorante e così, da quel momento, lo chef lo preparò in questo modo, proprio come fosse un’insalata.

A questa ricetta, seguirono tante varianti che aggiunsero i cetrioli, i capperi, il caviale e la polpa di granchio, mentre la gelatina non venne più inclusa nella ricetta.

Ecco le origini dell’insalata russa, un piatto davvero unico per gusto e consistenza.

Fagioli all'uccelletto: perché si chiamano così?

I fagioli all’uccelletto si chiamano così perché nella ricetta vengono utilizzati la salvia e l’aglio, ingredienti che caratterizzavano l’arrosto diuccelletti toscano.

Per chi ama i sapori intensi e avvolgenti i fagioli all’uccelletto sono un contorno particolarmente gustoso e indovinato. Il nome così particolare di questo piatto ha un’origine che attiene a un’altra ricetta che parla toscano. Si dice, infatti, che i fagioli all’uccelletto si chiamino così perché nella ricetta trionfano i sapori di aglio e salvia, due ingredienti che appartengono anche a un’altra ricetta della cucina toscana, quella dell’arrosto di uccelletti.

Tuttavia, esiste anche un’altra teoria che attribuisce il nome di questa preparazione all’assenza degli uccelletti. Spieghiamo meglio: è un nome ironico che sta a significare che questo piatto, di origine contadina, aveva solo i fagioli perché la carne costava troppo.

Perché la pizza si chiama Margherita?

La pizza Margherita prende il nome dalla regina Margherita.

La regina delle pizze, gustosissima nella sua semplicità, ha un’origine antichissima e il suo nome radici nobiliari.

La storia racconta che nel 1889, quando a Napoli arrivarono in visita re Umberto I e la regina Margherita, questi assaggiarono le pizze preparate proprio per loro dal più grande pizzaiolo dell’epoca, Raffaele Esposito. Vennero proposte ai sovrani tre tipi di pizza: quella con formaggio strutto e basilico, la marinara, con pomodoro, aglio, origano e olio e, infine, una pizza condita con pomodoro, mozzarella, origano e olio. Quest’ultima venne realizzata con i colori della bandiera italiana e la regina se ne innamorò perdutamente dichiarandolo anche attraverso uno scritto. Onorato di questo riconoscimento, il pizzaiolo Esposito decise di chiamare questa pizza tricolore con il nome della regina.

L’Italia ebbe così la sua pizza Margherita che ha contribuito a diffondere la bontà della cucina italiana in tutto il mondo e che è diventato il simbolo di una gastronomia emulata ovunque e da chiunque.

Perché si chiama pastasciutta?

La pastasciutta si chiama così per il suo metodo di cottura.

Irrinunciabile per la maggior parte degli italiani, la pastasciutta è il piatto che più di qualunque altro rappresenta l’Italia nel mondo intero.

Si parla di pastasciutta dagli inizi del Novecento. Fino ad allora, si era parlato solo di maccheroni, ma il nome pastasciutta cominciò a prendere piede per descrivere un metodo di cottura ben preciso. Dobbiamo, infatti, dire che pensare che il termine pastasciutta si riferisca alla pasta con il pomodoro, è sbagliato. Si possono chiamare pastasciutta, infatti, moltissimi piatti diversi. Spieghiamo il perché.

La pastasciutta è qualsiasi tipo di pasta cotta col metodo italiano: si porta a ebollizione l’acqua, si aggiunge il sale e si unisce la pasta. Una volta cotta, la pasta viene scolata, perdendo quindi tutta la sua acqua di cottura e risultando “asciutta”.

"Pastasciutta" è quindi solo un termine che si riferisce alla iniziale preparazione, e nulla ha a che fare con il tipo di condimento.

Possiamo, dunque, definire pastasciutta una buon piatto di bucatini alla carbonara, un piatto di pasta alla norma o un piatto di spaghetti al tonno.

Perché si chiama pasta alla carbonara?

Il nome della pasta alla carbonara deriva dal lavoro dei boscaioli che andavano a raccogliere il carbone da legna sull’Appennino.

Un piatto della cucina italiana tra i più gustosi, pieno di sapore, caldo e corroborante, saporito e popolare: la pasta alla carbonara è un primo piatto che conquista sempre tutti.

Spaghetti o bucatini si lasciano condire da una crema che nasce dall’unione di uova, pecorino, pepe nero, acqua di cottura e guanciale.

Si narra che la pasta condita in questo modo fosse il piatto preferito dei boscaioli che si occupavano di cercare il carbone da legna.

Tuttavia, c’è anche un’altra teoria che attribuisce le origini di questo piatto alla ricetta che una donna dell’aristocrazia del Polesine preparava agli affiliati della Carboneria nascosti nella sua dimora.

Perché le tagliatelle si chiamano così?

Le tagliatelle si chiamano così perché la sfoglia viene tagliata con il coltello.

Le tagliatelle sono un piatto che appartiene alla cucina emiliana, in particolare, ma hanno conquistato tutto lo Stivale e vengono cucinate in mille modi diversi e con tanti di quei condimenti che tenere il conto delle ricette è davvero impossibile.

Le tagliatelle si chiamano così perché la sfoglia viene divisa in strisce e arrotolata, quindi tagliata con il coltello a una larghezza di 5 mm.

La porosità delle tagliatelle le rende perfette per sughi molto corposi come un gustoso ragù o un sugo alla bolognese, ma sono buonissime anche con un sugo di pesce, arricchito dai frutti di mare.

Le tagliatelle si preparano con uova e farina: per ogni 100 g di farina 00 dovrete utilizzare 1 uovo.

Perché si chiama pesce San Pietro?

Questo pesce è caratterizzato da un colore giallo ed è ricoperto da macchie scure sulla parte laterale del corpo, attorno alle quali spicca un alone più chiaro che le fa risaltare ed è qui che il nome di San Pietro compare. Infatti, si dice che queste macchie, che hanno la grandezza di un pollice umano, siano le impronte della mano di San Pietro che faceva il pescatore.

Il pesce San Pietro è molto diffuso nelle acque del Mediterraneo, ma anche nell’Oceano Pacifico Orientale e nel Mar Nero.

Salame felino: perché si chiama così?

Il salame felino prende il nome dalla sua città di origine.

Si tratta di un salume che viene prodotto in una città dell’Emilia Romagna, Felino. È uno dei salumi più morbidi e delicati, ed è caratterizzato da un aroma molto tenue.

Buonissimo se gustato insieme a crostini, pizze e focacce, non ha nulla a che vedere con la carne felina. È infatti un salame preparato con sola carne suina.

Perché si chiama noce moscata?

La noce moscata prende il nome dal termine medievale "nuces muscatae".

"Nuces muscatae" stava a significare "noce dal profumo di muschio" e il suo uso in cucina si è diffuso nel Settecento.

La noce moscata è alla base di molte preparazioni, si abbina al sapore di salse e riesce ad esaltare il sapore di diversi alimenti. Sta bene con il pesce, ma anche con la carne ed è un ingrediente imprescindibile per la besciamella.

Perché si chiama Pan di Spagna?

Si chiama Pan di Spagna perché questa torta venne preparata a Madrid sulla base della pâte génoise.

La bontà di questo dolce lo rende famoso in tutto il mondo. Le sue radici si devono ricercare a Genova e in Spagna e adesso vi raccontiamo perché.

Si narra che quando il marchese Pallavicini della Repubblica Marinara di Genova fu mandato in veste di ambasciatore in Spagna dal re Ferdinando IV, si fece accompagnare da alcuni dei suoi domestici, tra cui un giovanissimo pasticcere di nome Giovanni Battista Cabona che, in occasione di un banchetto ufficiale, preparò un dessert genovese, la pâte génoise. Questo dolce piacque talmente tanto a tutti che in Spagna cominciarono a realizzarlo spesso, eliminando però il burro dagli ingredienti e battezzandolo così Pan di Spagna.

Perché si chiama bagnomaria?

Questo metodo di cottura si chiama così per ricordare Maria, la sorella del profeta Aronne.

Cucinare a bagnomaria significa scaldare una pietanza non a contatto diretto con la fonte di calore. La pietanza o il cibo da scaldare si mette in una ciotola che viene sistemato in una pentola contenete acqua in ebollizione.

Maria, identificata anche con la sorella di Mosè, Myriam, era un’alchimista ed è dalle sue pratiche che deriva il nome di questo metodo di cottura che, inizialmente, si chiamava "kaminos Marias" e poi "balneum Mariae", fino a diventare “bagnomaria".

Perché si chiamano castagne del prete?

Le castagne del prete si chiamano così perché una leggenda narra che questa ricetta fu inventata da un prete.

Nella stagione autunnale, non appena l’aria tiepida lascia il passo ad un bel freddo pungente, si sente per le strade un intenso profumo di caldarroste. Le castagne sono un cibo che scalda e rassicura, gustate davanti al fuoco mentre fuori piove o nevica.

Le castagne del prete vengono tostate, immerse in acqua e asciugate di nuovo prima di essere consumate.

Il loro nome racconta di una storia antica: un prete, dopo aver ricevuto in regalo una grande quantità di castagne, le mise in un cesto in groppa ad un mulo che, attraversando un fiume, le fece cadere tutte in acqua. Il prete corse a casa e cercò di recuperare le castagne mettendole in forno per farle asciugare.

Perché si chiamano fichi d'India?

Si chiamano fichi d’India perché Cristoforo Colombo, una volta approdato sulle coste americane, credette di aver scoperto l’India.

Si tratta di un frutto americano racchiuso in una buccia molto spessa e colorata e coperte di piccole spine. Vi sono fichi d’India gialli, arancioni, rossi e verdi e devono essere sbucciati indossando in guanti per evitare di farsi male. Sono frutti particolarmente zuccherini con la polpa caratterizzata dalla presenza di tanti semini commestibili.

 

Perché si chiama macedonia?

Si chiama macedonia per un chiaro riferimento alla Macedonia balcanica che nei secoli è stata abitata da moltissime popolazioni diverse.

La macedonia, da non confondere con l'insalata di frutta, è un piatto coloratissimo, dolce e profumato che arriva in tavola alla fine del pasto.

Solitamente preparata in estate, la macedonia è un goloso miscuglio di frutti che vengono conditi con il succo del limone, lo zucchero semolato e qualche fogliolina di menta.

L’insalata di frutta, invece, prevede un vassoio di frutti tagliati, puliti e sbucciati a seconda della varietà, e serviti senza alcun condimento.

La macedonia può anche sostituire il dessert se servita con qualche pallina di gelato.

Perché si chiamano chiacchiere?

Si chiamano chiacchiere perché sembra che siano nate dietro esplicita richiesta della regina Margherita di Savoia che chiese al cuoco di corte un dolce da consumare durante le chiacchierate con le sue dame di compagnia.

Sono un dolce tipico del periodo carnevalesco e si preparano davvero in tutto lo Stivale. Tuttavia, a seconda delle regioni, questo dolce così friabile e gustoso cambia nome: esistono infatti le nuvole, le bugie e i cenci.

Perché si chiama biscotto?

Si chiama così perché in origine il biscotto era un pezzo di pane cotto due volte perché si potesse conservare più a lungo.

La ricetta del biscotto dolce affonda le sue radici nella Roma antica, ma a raccontarci la loro storia arriva anche una leggenda che narra che un cuoco degli Argonauti, i marinai guidati da Giasone alla ricerca del vello d’oro, dopo aver infornato il pane si addormentò, facendo così proseguire oltremodo la cottura in forno. Al suo risveglio, si accorse dell’errore trovando pagnotte secche e piatte. Tuttavia, decise di non buttare quel disastroso risultato e di aggiungerlo al cibo della ciurma. Con sua enorme sorpresa, si accorse che quel pane cotto troppo si era invece mantenuto molto bene e rimase commestibile a lungo.

Le ricette dei biscotti sono davvero moltissime. Ce ne sono di tutti i tipi, si preparano con tutte le farine, ci sono i biscotti ripieni, quelli al burro, quelli secchie quelli morbidi, insieme alle lingue di gatto.

Per gli amanti del tè pomeridiano, i biscotti sono l’ingrediente che proprio non può mancare, grandi protagonisti anche della prima colazione, della merenda e di una coccola dopo cena.

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