È molto difficile trovare in commercio delle alghe fresche; per cercarle occorre rivolgersi alla propria pescheria di fiducia oppure a un ristorante etnico, ma in molti casi la ricerca può rivelarsi infruttuosa. Per fortuna, nella maggior parte dei casi in cucina si utilizzano le alghe essiccate, ossia private della parte liquida.
Tutte le alghe essiccate, naturalmente, hanno bisogno di essere reidratate per poter essere utilizzate nelle proprie ricette preferite, a eccezione di alcune tipologie di alga o di alcune preparazioni particolari (un esempio su tutti è l’alga nori). Per reidratare le alghe si procede come per i funghi o i legumi secchi: è sufficiente metterle in ammollo in una bacinella di acqua fredda o tiepida e attendere un po’ di tempo. In genere, pochi minuti sono più che sufficienti: attenzione ad alcuni tipi di alga talmente sottili e delicati da necessitare solo di qualche secondo sotto l’acqua corrente. Una volta reidratate, le alghe possono essere consumate nel modo che più si preferisce, tanto a crudo in insalata quanto cotte nelle ricette preferite.
Al contrario, naturalmente, potete anche essiccare le alghe fresche, se avete avuto la fortuna di ottenerne una quantità abbondante. Per farlo dovrete disporle aperte su fogli di carta puliti e lasciarle in un ambiente caldo, possibilmente al sole, per almeno una settimana. Un metodo alternativo è utilizzare un essiccatore domestico, oppure semplicemente metterle nel forno a 40°-50° per alcune ore.
Ma una volta reidratate, come utilizzare le alghe essiccate in cucina? Le ricette, anche se poco note, sono moltissime e buone per tutti i gusti.
Se amate i sapori forti non potete perdervi un ottimo paté di alghe miste. Per prepararlo dovete reidratare le alghe e metterle a cuocere per una ventina di minuti in un pentolino con un dito d’acqua; potete usare alghe verdi e azzurre a piacere. Aggiungete qualche cucchiaio di aceto bianco e di salsa di soia. A questo punto frullate le alghe con qualche cetriolino, alcuni capperi dissalati, un cucchiaino di olio di sesamo e qualche cucchiaio di pinoli; se il composto è troppo denso, aggiungete un goccio di acqua. Servite poi su crostini di pane integrale o di segale, decorando con un po’ di erba cipollina o prezzemolo tritati.
Se pensate che con le alghe si possano cucinare soltanto piatti esotici, vi sbagliate: se avete acquistato delle alghe secche potete preparare uno dei più famosi piatti italiani con le alghe, le zeppoline fritte napoletane. Si tratta di semplici frittelle di pasta lievitata insaporite dalle alghe; a Napoli sono preparate per tutte le occasioni, e possono fare da piacevole antipasto ma anche da contorno gustoso per un pasto a base di pesce. Per le alghe in origine si utilizzava la lattuga di mare fresca, ma vista la difficoltà di reperire questo ingrediente è possibile sostituirlo con altre alghe simili, come la wakame.
Per gli ingredienti utilizzate 200 grammi di farina 00, circa 150 o 200 grammi di acqua minerale frizzante, 40 grammi di alghe reidratate, 3-4 grammi di lievito di birra, mezzo cucchiaino di zucchero, sale fino a piacere e olio di semi per la frittura
In primo luogo preparate la pastella: in una ciotola mettete la farina e aggiungete a poco a poco il lievito di birra sciolto con lo zucchero e un po’ di acqua; unite poi tutta l’acqua e iniziate a impastare utilizzando una frusta oppure uno sbattitore elettrico, avendo cura di eliminare i grumi. A questo punto potete aggiungere il sale. È importante che l’impasto non sia troppo fluido ma abbastanza elastico, perciò nel caso aggiungete acqua o farina in base al bisogno. A questo punto coprite con un panno o con della pellicola trasparente e fate lievitare per un’ora o un’ora e mezza a forno spento: l’impasto dovrebbe raddoppiare di volume.
Una volta completata la lievitazione, aggiungete le alghe, che in precedenza avrete lavato, strizzato e asciugato con cura e tritato in maniera abbastanza grossolana. Poi fate scaldare l’olio in una padella sufficientemente larga; quando ha raggiunto la temperatura, mettete a friggere le zeppole. L’impasto risulterà troppo morbido per utilizzare le mani, perciò aiutatevi con due cucchiai per prelevare l’adeguato quantitativo di impasto per una singola frittella. Girate con delicatezza ogni zeppola dopo qualche minuto, fino a quando non è leggermente dorata da entrambi i lati (senza eccedere però: il colore deve essere appena ambrato, non scuro). Scolate l’olio in eccesso e deponete le zeppole cotte sulla carta assorbente. Ricordate che vanno servite calde!
Se le zeppole vi hanno conquistato, e siete curiosi di esplorare altri piatti con le alghe nostrani, avete l’imbarazzo della scelta. La preparazione più semplice in assoluto per gustare le alghe nella cucina regionale del nostro Paese, dalla Sardegna alla Puglia, è la lattuga di mare fritta in una semplice pastella di farina 00, farina di semola e acqua frizzante. È uno di quegli antipasti saporiti e croccanti, perfetti per aprire un pranzo della domenica a base di pesce.
Per seguire la stessa traccia, è possibile continuare il pasto con un bel piatto di spaghetti con gamberi, bottarga e lattuga di mare fritta. Vi basterà rosolare i gamberi in una padella con l’olio e un trito di aglio e di bottarga, unendo poi un mazzetto di prezzemolo fresco tritato e un po’ di pelati a piacere. Mentre si cuociono gli spaghetti, friggete in abbondante olio bollente la lattuga di mare infarinata. Mantecate poi gli spaghetti nel sughetto di gamberi, e servite guarnendo con le foglie di lattuga di mare fritta.
Ma esistono anche molte altre tipologie di pasta con le alghe. Si possono preparare, per esempio, delle semplici linguine con lattuga di mare soffritta in olio extravergine di oliva, cipolla e limone; lo stesso condimento può essere utilizzato per accompagnare dei ravioli di pesce. Altre ricette regionali prevedono l’utilizzo della lattuga di mare cruda per guarnire i piatti: provate per esempio a realizzare dei tagliolini con un sughetto bianco di alici e fave, soffritte in olio e condite con un pizzico di prezzemolo, servendo il piatto con delle striscioline di lattuga di mare in superficie.
La lattuga di mare può avere moltissimi utilizzi in cucina, così come alcune sue controparti orientali (l’alga wakame su tutte). La si può utilizzare, ancora cruda, per condire un’insalata di mare mista: il suo sapore contribuirà ad esaltare quello del pesce, e la diversità delle consistenze trasformerà un piatto semplicissimo in un manicaretto da leccarsi i baffi. Non dimenticate poi che la lattuga di mare può essere servita tritata e ancora essiccata, un po’ come si fa con l’origano o l’alloro secchi. Provatela, per esempio, sopra un riso con verdure, oppure spolverizzata su un piatto tipico delle zone del Polesine, gli gnocchi di patate con sugo alle vongole.
Oltre alla lattuga di mare, si possono acquistare già essiccate diverse varietà di alghe rosse locali, ben presenti in tutte le diverse declinazioni della cucina regionale italiana. In Sicilia, soprattutto fino a qualche anno fa, si utilizzavano per creare l’insalata mauru, composta soltanto di alghe, olio e limone.