Olio congelato: cosa cambia?
Sicuramente è capitato a tutti, almeno una volta nella vita: avete comprato dell'olio extravergine d'oliva buono, cercando il produttore che vi convinceva di più e investendo dei soldi per l'acquisto di questo vero e proprio protagonista della cucina italiana e mediterranea. Arrivate a casa e lo riponete in un luogo sicuro, per utilizzarlo per le vostre preparazioni salate e dolci.
Quando però, dopo qualche ora o qualche giorno, andate a prenderlo, notate dentro la bottiglia dei grumi corposi, bianchi e sospesi, che non c'entrano niente con l'olio: cosa succede? Niente di grave! L'olio si è congelato. Questi grumi non sono corpi esterni o contaminazioni, ma semplicemente sospensioni di colore biancastro dovute a un fenomeno fisico che porta alla cristallizzazione dell'olio. Il congelamento dell'olio è causato solamente dai metodi di conservazione e non è legato né alla qualità, né al prezzo dell'olio.
Questo condimento è un prodotto che si compone solamente di olive spremute tra settembre, ottobre e novembre e la sua temperatura ideale è tra i 14° e i 18° gradi. Questa è la temperatura che viene consigliata anche da tutte le etichette ma può capitare che non si rispetti sempre, o per gli sbalzi climatici di trasporto, per la stagione invernale o per la temperatura del luogo in cui viene posizionato (di solito, infatti, è in cantine, frigoriferi o in ambienti freddi della casa).
L'olio congelato è semplicemente stato sottoposto a basse temperature (sotto ai dieci gradi) ma questo fenomeno non inficia in nessun modo nella sicurezza per la salute e nelle sue caratteristiche di sapore, colore e odore: l'unico inconveniente di questo processo è a livello estetico, nel caso in cui dovreste regalare delle bottiglie di olio o per mostrarle in qualche occasione.
Basta seguire qualche accorgimento e scoprire qualche informazione in più per gestire questo fenomeno con tranquillità.