Oggi cuciniamo insieme
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Santa LuciaPresenta

Zeppole di San Giuseppe al forno

Ricetta creata da Galbani
Zeppole di San Giuseppe al forno
Santa Lucia. Lo spirito creativo di Galbani.
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Presentazione

Avete già assaporato il golosissimo Zeppolone di San Giuseppe e siete alla ricerca di uno sfizioso antipasto finger food o di un gustoso contorno adatto ad un picnic per il giorno di San Giuseppe? Allora questa è proprio la ricetta che fa per voi!

Le zeppole di San Giuseppe al forno sono tipicamente preparate in occasione della festa del papà. In questo allegro giorno festivo dobbiamo rendere omaggio ad una figura importante, quindi quale miglior modo per dimostrare affetto se non creare qualcosa con le nostre mani da gustare insieme ad amici e parenti?

È un dolce molto popolare della cucina tipica campana, dove si preparano sia fritte in padella, che, per l'appunto, al forno per un risultato più leggero e delicato.

La loro base è un impasto da bignè, farcita con della crema pasticcera decorata con mandorle, panna, amarene sciroppate o ciliegie candite. Il tutto sarà poi guarnito con una bella spolverizzata di zucchero a velo, o in alternativa con cannella, polvere di cacao o di caffè.

Queste morbide frittelle sono molto amate da adulti e bambini* e vi permetteranno di assaporare tutto il gusto della tradizione e dello stare bene in famiglia!Ecco, quindi, come realizzare il dolce che il 19 marzo non può certo mancare sulle tavole dei napoletani, dei pugliesi e di moltissimi italiani.

Curiosi di scoprire il procedimento per la loro preparazione? Di seguito, la ricetta delle nostre deliziose zeppole di San Giuseppe al forno, con ripieno di crema fresca e Ricotta Santa Lucia.

*sopra i 3 anni

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8
90 minuti
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Ingredienti

Per l'impasto:

  1. 120 g di farina
  2. 4 uova
  3. 80 g di Burro Santa Lucia Galbani
  4. 1 cucchiaino di zucchero
  5. 200 ml di acqua
  6. 1 pizzico di sale


Per il ripieno e la decorazione:

  1. 200 g di Ricotta Santa Lucia Galbani
  2. 3 uova
  3. 200 ml di latte
  4. 150 g di zucchero
  5. la scorza grattugiata di 1 limone
  6. 50 g di farina
  7. ciliegie candite q.b.
  8. zucchero a velo q.b.

 

Preparazione

Gli ingredienti delle zeppole sono di facile reperibilità e con pochi e semplici passaggi potrete godervi tutta la bontà delle zeppole al forno.

01

Per preparare le zeppole di San Giuseppe al forno, cominciate dalla pasta choux. Mettete, quindi, in una pentola l'acqua, il Burro Santa Lucia tagliato a tocchetti, un pizzico di sale e un cucchiaino di zucchero. Portate a ebollizione.Togliete dal fuoco, aggiungete la farina setacciata, amalgamate e rimettete sul fuoco per 5-10 minuti, fino a ottenere un panetto di impasto compatto.

02

Fatelo intiepidire, dopodiché, mescolando con un cucchiaio di legno, aggiungete un uovo alla volta, lasciando che ognuno venga assorbito del tutto dall'impasto prima di unire quello successivo.A questo punto, mettete il composto in un sac à poche con beccuccio a stella e, su una teglia foderata di carta forno, create 8 cerchi di pasta ben distanti gli uni dagli altri (simili a ciambelle).

03

Cuoceteli in forno preriscaldato a 200° per circa 20 minuti, poi lasciateli altri 10 minuti nel forno spento e socchiuso. Infine, trasferiteli su una gratella per lasciarli raffreddare.

04

Occupatevi ora della crema. Montate le uova con 100 g di zucchero, fino a ottenere un composto gonfio e spumoso. Aggiungete la farina setacciata. Portate a ebollizione il latte in un pentolino assieme alla scorza di limone. Dopodiché versatelo a filo sulle uova. Mettete il composto sul fuoco e mescolate energicamente fino a raggiungere la consistenza desiderata.

05

Dopo aver fatto raffreddare la crema, unitela alla Ricotta Santa Lucia, precedentemente lavorata con lo zucchero rimanente. Amalgamate con delicatezza.

06

Tagliate orizzontalmente le zeppole al forno in due e farcitele con la crema ottenuta. Richiudetele e farcite con ancora un ciuffo di crema anche il foro centrale, decorandolo in cima con una ciliegia candita.

Servite le vostre zeppole di San Giuseppe al forno dopo averle spolverizzate con lo zucchero a velo.

Varianti

La prima variante è anche la più famosa, ossia le zeppole di San Giuseppe fritte. L’impasto è morbido, liscio e senza grumi e la loro forma è quella di una ciambella. Dovrete friggerle nell’olio caldo per poi scolarle una volta pronte. Asciugatele su della carta assorbente, rotolatele nello zucchero semolato e spolverizzate il tutto con della cannella (se la gradite).Un piccolo trucco per renderle più leggere consiste nel ripassarle in forno prima di friggerle. Vanno cotte per un massimo di 11 minuti per consentire alla pasta di creare una pellicola esterna che farà da barriera impedendo all’olio di essere assorbito in grandi quantità.

Un altro modo di gustare le nostre fragranti zeppole al forno è quello di preparale con un impasto al cacao per poi farcirle con una deliziosa crema chantilly. Potete aggiungere delle gocce di cioccolato o delle ciliegie candite.

Un’altra idea originale consiste nel cucinarle con crema al mascarpone e caffè, come si usa nel Tiramisù. Per la crema servono: mascarpone, panna fresca liquida, zucchero a velo e infine una tazzina di caffè freddo. Per decorarle potete usare polvere di caffè al posto del cacao amaro.

Altri tipi sono la zeppola graffa e la zeppola di pasta cresciuta, entrambe caratteristiche della cucina napoletana. La prima è identica a quella tipica, quindi una ciambella ricoperta di zucchero, che però si differenzia nel tipo di impasto in quanto prevede come ingrediente principale le patate che la rendono particolarmente morbida. La seconda, ossia quella di pasta cresciuta, è invece un dolce salato che differisce dalle altre zeppole anche nella forma, dato che è una piccola pallina fatta di pasta lievitata anche detta “cresciuta” e da qui il suo nome caratteristico. Viene fritta nell’olio bollente e consumata ancora calda in qualsiasi pizzeria o ristorante napoletano.

Anche in Calabria esiste un dolce tipico simile alle zeppole che viene chiamato con molti nomi tra cui Pittule. Esiste sia la versione salata con patate che senza. Si preparano in Autunno e Inverno, soprattutto per la festa di San Martino durante la quale vengono aperte le botti di vino per le prime degustazioni, ma ogni occasione è buona per gustarle.

Suggerimenti

La farcitura delle zeppole è un momento delicato, perché bisogna attendere che siano fredde da almeno 1 ora, dopo essere state sfornate. Quindi spegnete il forno e lasciate lo sportello aperto o socchiuso finché non saranno pronte. Stesso discorso per la crema scelta per la riempitura, anche in questo caso sarà necessario attendere che la crema sia fredda prima di introdurla.

Durante la preparazione della ricetta vi consigliamo di scegliere uova medie, per non trovarvi in difficoltà con le indicazioni sulla quantità, poiché se sono piccole ce ne vorranno di più, mentre se sono grandi dovrete essere in grado di valutare la durezza dell’impasto. Tenete sempre presente che l’impasto dovrà essere denso a sufficienza per avere quell’aspetto tipico arricciato.

Anche l’uso corretto del burro sarà fondamentale per la buona riuscita delle zeppole. Una volta sciolto il burro, dovrete attendere che nel contenitore dove state lavorando si giunga ad una ebollizione certa di 100 gradi, in modo da aggiungere la farina al momento giusto.

Al fine di realizzare al meglio la pasta per bignè, vi consigliamo di utilizzare un tipo di farina chiamata “debole”. Queste farine tendono ad assorbire una quantità d'acqua minore del loro peso del 50%, quindi non sviluppano il glutine ed hanno una minore azione lievitante. Il glutine tende a dare troppa elasticità al vostro impasto e quindi ne risentirebbe l’aspetto friabile del dolce. Un’alternativa alla farina debole si trova nella Maizena, nota anche come amido di mais, ed anch’essa priva di glutine.

Le zeppole al forno di San Giuseppe si possono preparare anche senza lattosio. Basta sostituire gli ingredienti che lo contengono sia nell’impasto che nel ripieno, come burro, latte e ricotta. Quindi usiamo per esempio l’olio di semi di girasole nella pasta per bignè e un latte di tipo vegetale, come quello di mandorle per la crema pasticcera. Il risultato sarà molto gradevole al palato.

Curiosità

A Roma tra i dolci per la festa del papà sono più diffusi i bignè di San Giuseppe, piuttosto delle zeppole. Vengono consumati come dolci festivi anche durante il Carnevale insieme alle Castagnole, e sono rigorosamente fritti e ripieni di crema.

La provenienza della parola “zeppola”, a detta di alcuni deriva dal latino “serpe” e ne avrebbe ispirato la forma. Invece a Napoli si crede che venga da “zeppa”, ossia quel pezzetto di legno usato comunemente per correggere l’errato allineamento dei mobili. Questa versione deriverebbe dal fatto che San Giuseppe fosse un falegname di professione.

Nel folclore religioso si narra anche che proprio San Giuseppe le vendesse in Egitto per mantenere la sua famiglia. Di certo, se questa storia fosse vera, non sarebbero come le nostre zeppole, perché la ricetta nel corso dei secoli avrebbe subito talmente tante variazioni da essere ad oggi molto diversa, anche solo per gli ingredienti in uso al tempo.

Si possono trovare numerosi scritti antichi, per i quali c’è chi attribuisce la nascita della ricetta ad un pasticcere italiano in Francia nel Cinquecento, il quale avrebbe usato la paté à choux, usata dai francesi negli gnocchi alla parigina per creare dei dolci simili alle zeppole.

Per omaggiare la festa del santo patrono San Giuseppe, i friggitori del Settecento approntavano delle bancarelle proprio davanti alle loro botteghe, dove preparavano le zeppole per poi venderle direttamente in strada ancora calde. Questa usanza vige tuttora, sia pure in chiave più moderna, dato che le possiamo acquistare in pasticceria assieme ad altri prodotti come i panzarotti, piccoli crocchè vuoti, e gustarle mentre siamo a passeggio.

La parola zeppola fa riferimento anche ad un difetto di pronuncia per le consonanti esse e zeta, e si dice che questa credenza sia nata perché quando si mangiano questi dolci bollenti si parla a fatica, proprio a causa di un boccone caldissimo, da qui il modo di dire “avere la zeppola in bocca”.

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