Oggi cuciniamo insieme
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Santa LuciaPresenta

Merluzzo mantecato

Ricetta creata da Galbani
Merluzzo mantecato
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Presentazione

Oggi vi parliamo di una ricetta originaria della città di Venezia, il merluzzo mantecato, detto anche baccalà alla veneziana.

Si tratta di un piatto semplicissimo, ma molto elegante, caratterizzato da una crema di pesce delicata, morbida e saporita, che potete servire da sola o su sfiziosi crostini di pane tostato.

Seguendo le nostre indicazioni otterrete un merluzzo delicato, profumato e dalla consistenza cremosa. Ma non preoccupatevi: anche se si tratta di una ricetta raffinata, il procedimento per realizzarla è molto facile da seguire.

La preparazione non richiede troppo tempo e vi permetterà, con poco impegno, di fare bella figura con i vostri ospiti, servendo loro un piatto gustoso e raffinato. Adatta per un occasione speciale o anche per sorprendere i vostri familiari a cena, i sapori di questa ricetta vi faranno sentire come se foste all’interno di un’osteria veneziana.

Sperimentate un nuovo antipasto e lasciatevi sorprendere dal gusto delicato del merluzzo mantecato. Ve lo proponiamo in abbinamento ad una fresca insalata di pomodorini, cetrioli e Tronchetto di Capra Santa Lucia.

Se non vedete l’ora di assaggiare questa delizia seguiteci nella ricetta!


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35 minuti
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Ingredienti

  1. 800 g di merluzzo
  2. 200 ml di olio extravergine d'oliva
  3. 200 ml di latte
  4. 1 spicchio d'aglio
  5. 1 ciuffo di prezzemolo
  6. 200 g di Formaggio Zero Grassi Santa Lucia
  7. 3 cetrioli
  8. 300 g di pomodorini
  9. il succo di 1/2 limone
  10. qualche foglia di menta
  11. sale e pepe q.b.

Preparazione

  • Per preparare il merluzzo mantecato, per prima cosa mettete in ammollo il merluzzo per almeno 24 ore. Dopodiché tagliate a pezzi il merluzzo già ammollato e cuocetelo per 20 minuti in una pentola con abbondante acqua mescolata al latte, avendo cura di regolare di sale solo alla fine.
  • Scolate il pesce, fatelo raffreddare e, se non lo avete acquistato già deliscato, privatelo della pelle e delle lische e riducetene la polpa a pezzettini. Trasferiteli in una ciotola e mescolate energicamente con un cucchiaio di legno o un mestolo.
  • Unite l'aglio e il prezzemolo tritati, l'olio a filo e un pizzico di sale e pepe: dovreste ottenere un composto montato, bello chiaro, gonfio e cremoso.
  • Lavate i cetrioli e i pomodorini, tagliate i primi a rondelle e i secondi in due o quattro parti. Mettete il tutto in una ciotola e aggiungete il Formaggio Zero Grassi Santa Lucia sbriciolato grossolanamente con le mani, il succo di limone, qualche foglia di menta e un pizzico di sale.
  • Servire il merluzzo mantecato freddo, accompagnato dall'insalata appena preparata.

Curiosità

Esistono molte varianti della ricetta del merluzzo mantecato. Una di queste è quella del baccalà alla vicentina. In questa ricetta lo stoccafisso viene fatto cuocere nel latte che verrà poi utilizzato insieme all’olio extra vergine di oliva per la realizzare la mantecatura.

In Veneto e in particolare a Venezia il baccalà mantecato viene servito su dei crostini di pane o polenta nei rinomati bacari, le osterie veneziane caratterizzate da un’immensa scelta di vini e cicchetti.

La storia del baccalà ha origini molto antiche. Si narra infatti che nel XV secolo un mercante veneziano, Messer Piero Querini, si avventurò con il suo equipaggio verso il mare del Nord per commerciare spezie. A causa di una tempesta infausta però, la nave naufragò nei pressi delle isole Lofoten. Fortunatamente lui e alcuni dei suoi compagni si riuscirono a sopravvivere, portati in salvo dagli abitanti dell’isola di Rost. Qui il mercante veneziano notò un modo inconsueto di conservare il merluzzo. Questo, infatti, veniva fatto essiccare all’aria. Gli abitanti dell’isola lo chiamavano “Stockfiss”, cioè pesce a bastone.

Tornato a Venezia, Pietro Querini portò con sé lo stoccafisso che divenne presto apprezzato dai veneziani. In seguito, si diffuse più largamente grazie al Concilio di Trento che nel XVI secolo sancì il divieto dalla carne per 200 giorni e raccomandò di consumare lo stoccafisso in quanto considerato un “cibo magro”.

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