Come si manifesta l'intolleranza?
INTOLLERANZA AL LATTOSIO
Nella maggior parte dei casi, è un disagio che compare con l'età, infatti solo il 30% della popolazione italiana adulta è in grado di digerire il lattosio.
Questa intolleranza è causata dalla riduzione dell’enzima lattasi, deputato alla scissione del lattosio nei due zuccheri che lo compongono: il galattosio e il glucosio.
I sintomi con cui si manifesta sono soprattutto intestinali, come il senso di gonfiore addominale e di pesantezza.
PREVALENZA E CAUSE
L’intolleranza al lattosio è la più comune intolleranza su base enzimatica. Fino ad alcuni anni fa la cosiddetta “maldigestione” del lattosio da parte degli adulti era considerata relativamente rara. Oggi sappiamo che in realtà è piuttosto vero il contrario: una normale attività della lattasi persiste solo nel 30% circa della popolazione mondiale adulta. In particolare gli epidemiologi hanno osservato una correlazione tra latitudine e frequenza di persistenza della lattasi, cioè tra area geografica e prevalenza della funzionalità dell’enzima negli adulti.
La persistenza della lattasi (e quindi la possibilità di consumare il lattosio senza problemi) è massima nei paesi del Nord Europa e in alcune popolazioni nomadi africane e asiatiche, la cui alimentazione si basa sul latte fresco. E’ minima invece in America, in Asia e nei paesi dell’area mediterranea. Nel sud d’Italia scende fino al 20-25% degli adulti.
Le manifestazioni cliniche dell’intolleranza al lattosio si manifestano in genere con il crescere dell’età: l’attività intestinale della lattasi tende infatti a diminuire durante la crescita, soprattutto dopo il terzo anno di vita.
Studi epidemiologici suggeriscono che la capacità di digerire il lattosio in età adulta sia di tipo “adattativo” e dipenda sia dal contenuto in nutrienti del latte (che apporta proteine, grassi, zuccheri e calcio) e sia dal potere idratante di questo alimento, composto in gran parte da acqua, per le popolazioni che abitano le zone più aride.
ALLERGIE E INTOLLERANZE
In comune possono avere i sintomi a carico del tratto gastroenterico.
Tuttavia i meccanismi scatenanti sono completamente differenti. Nel caso delle allergie infatti si tratta di reazioni su base immunitaria, che possono essere talvolta pericolose o addirittura letali. Le intolleranze invece sono causate principalmente da disordini metabolici dovuti a carenze di recettori o di enzimi.
Inoltre, mentre per scatenare un’allergia generalmente sono sufficienti quantità minime di allergene, la sintomatologia associata all’intolleranza alimentare dipende dalla quantità del componente della dieta che viene assunto. Ad esempio, per il lattosio, l’EFSA, l’agenzia europea per la sicurezza degli alimenti, ha stabilito una quantità massima che può essere assunta senza effetti indesiderati da parte di chi è carente di lattasi.
COME SI MANIFESTA
La diagnosi
Si basa principalmente sull’esame del quadro clinico, ed in particolare sulla scomparsa dei sintomi a seguito dell’eliminazione (o comunque di un’importante riduzione) delle fonti di lattosio dalla dieta.
Il breath test è il test diagnostico specifico per l’intolleranza al lattosio, che consiste nella determinazione del volume di idrogeno (prodotto dalla digestione del lattosio da parte dei batteri intestinali) nell’aria espirata, prima e dopo l’assunzione di un carico di lattosio. In caso di carenza della lattasi si osserva un aumento dell’idrogeno nell’espirato.
Attualmente sono disponibili anche test genetici mirati, che rilevano la presenza di un gene della lattasi persistente o non persistente nel DNA personale.
L’esame dei sintomi, e della loro scomparsa in seguito all’eliminazione dei cibi che contengono lattosio dall’alimentazione, è cruciale per una corretta diagnosi di intolleranza al lattosio, che dovrebbe essere confermata da un medico.
La carenza di lattasi, come si diceva, comporta infatti la mancata digestione a livello dell’intestino tenue del lattosio, che non può essere assorbito intatto e raggiunge quindi il colon, che è la sede della maggior parte dei batteri intestinali, in forma non modificata. La digestione del lattosio da parte dei batteri intestinali causa la liberazione di gas in eccesso che, a sua volta, è responsabile dei sintomi, a volte piuttosto fastidiosi. Possono infatti manifestarsi gonfiore addominale, flatulenza, crampi addominali e in alcuni casi anche diarrea. L’intensità dei sintomi è di tipo dose-dipendente: essi sono cioè tanto più intensi quanto maggiore è la quantità di lattosio ingerita.
L’eliminazione del lattosio dalla dieta induce rapidamente una completa scomparsa dei sintomi, e il ritorno ad uno stato di completo benessere. Il consumo di lattosio dagli individui intolleranti non induce (come per esempio nel caso della celiachia) alterazioni persistenti dell’apparato digerente.