Oggi cuciniamo insieme
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Hosomaki

Ricetta creata da Galbani
Hosomaki
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Presentazione

Onigiri, maki, sashimi, futomaki, gunkan: questi nomi non vi sono nuovi? È perché sono tutte tipologie di sushi, il piatto giapponese più conosciuto e amato in tutto il mondo. Molti italiani lo mangiano piuttosto spesso, ma sono pochi quelli che hanno provato a prepararlo in casa: temono la difficoltà della ricetta, hanno paura di non riuscire a utilizzare in modo corretto gli ingredienti, oppure pensano che sia impossibile replicare un sushi buono come quello del ristorante.

Ma niente paura: con la nostra ricetta potrete realizzare un sushi coi fiocchi! In particolare, ci concentriamo ora sulla preparazione dell’hosomaki. Di che si tratta? L’hosomaki è quel tipo di sushi arrotolato che presenta, dal lato esterno, un foglio sottile di alga nori, e all’interno un unico ingrediente principale: di solito si tratta di pesce, ma per chi preferisce piatti vegetariani è possibile utilizzare cetrioli, avocado o altra frutta e verdura. Ottimo tra gli antipasti o i primi, costituisce anche un piatto unico gustoso e saporito.

Qui di seguito presentiamo quindi la ricetta degli hosomaki con tonno e con salmone, arricchiti con un velo di Certosa Galbani: una preparazione davvero semplice se seguirete passo passo le nostre indicazioni. Una volta appresa la base, potrete poi sbizzarrirvi con tutte le possibili varianti di questo piatto, creando un intero menu di sushi: potete cambiare tipologia di sushi, passando a nigiri, uramaki o temaki, ma anche variare il ripieno, sostituire l’alga con carta di riso o frittata, creare una tempura e così via.

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4
40 minuti
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Ingredienti

  • 180 g di riso nishiki (per sushi)
  • 40 g di Certosa Galbani
  • 3 fogli di alga nori (dimensione ca. 20x20 cm)
  • 60 g di filetto di salmone (abbattuto)
  • 60 g di filetto di tonno (abbattuto)
  • zenzero sotto aceto
  • wasabi
  • salsa di soia
  • un pizzico di sale
  • semi di sesamo

Preparazione

Ecco quindi come preparare gli hosomaki in modo facile e veloce!

01

Innanzitutto preparate il riso: andrebbe cotto utilizzando il metodo di cottura giapponese, ma non tutti hanno gli strumenti adatti. In alternativa, immergetelo in una quantità d’acqua fredda pari al doppio del suo volume, aggiungete un pizzico di sale e lasciatelo cuocere a fuoco basso fino all’evaporazione dell’acqua.

02

In secondo luogo, procedete a preparare il pesce: tagliate il filetto di salmone e quello di tonno (che dovranno essere stati già abbattuti nel congelatore) contro fibra, ottenendo strisce lunghe quanto il foglio di alga nori.

03

Posizionate il foglio di alga nori sulla stuoia per sushi, appositamente coperta di pellicola trasparente. Con le mani leggermente inumidite, prendete circa 60 g di riso e ponetelo sull’alga (dalla parte meno liscia). Cospargetelo fino a 1 cm dal bordo, con uno spessore non troppo alto. Aggiungete una punta di wasabi, ben cosparso lungo una striscia.

04

Quindi sistemate il pesce sul riso: ne basta una sola striscia, al centro. Aggiungete anche un velo di Certosa Galbani, che potete distribuire sulla lunghezza aiutandovi con le dita.

05

A questo punto potete arrotolare l’hosomaki: sollevate un bordo della stuoia e ruotatela poco per volta, avendo cura di tenere fermo il pesce con le dita e di chiudere, alla fine, con l’alga. Il riso farà da collante naturale, quindi i pezzi di sushi rimarranno ben avvolti. A questo punto potete tagliare il sushi a fettine, con un coltello ben affilato e inumidito; un singolo pezzo potrà essere diviso circa in sei parti. Ripetete l’operazione anche per gli altri due fogli di alga nori.

06

Servite i pezzi del sushi su un piatto da portata, guarnendo con qualche seme di sesamo e accompagnando con lo zenzero, un po’ di wasabi e una ciotolina con la salsa di soia.

Varianti

Il sushi è un piatto che si presta naturalmente a mille varianti diverse: la cucina giapponese, nel corso dei secoli, ha elaborato tantissime ricette differenti, adatte a tutti i palati. Una volta che avrete appreso e padroneggerete per bene la tecnica, potrete variare a piacere gli ingredienti e creare il vostro hosomaki perfetto.

La particolarità dell’hosomaki è quella di contenere un solo ingrediente, al massimo accompagnato da un filo di maionese o di formaggio spalmabile (come abbiamo visto, la Certosa è perfetta per questo!). Pertanto, potete variare liberamente questo singolo ingrediente, innanzitutto, e creare così tutti i tipi di sushi che vorrete.

Esistono in primo luogo le varianti adatte a chi preferisce alimenti vegetariani: vi basterà sostituire la strisciolina di pesce con una di cetriolo, o di avocado, o ancora di funghi di bambù. In entrambi i casi, rimarrete perfettamente all’interno della cucina giapponese più comune, dal momento che moltissimi ristoranti etnici adottano proprio questa tipologia di variante. Nulla vi vieta, però, di provare anche con altre verdure di stagione, magari le zucchine, oppure le carote (eventualmente appena sbollentate).

Senza contare, poi, le varianti di pesce e carne: con i gamberi, per esempio, ma anche con il pollo o con il manzo. Volendo, oltre che crudo, il salmone si può usare anche cotto, così come il tonno; il sushi stesso può poi essere fritto in tempura. Tutto sta ai vostri gusti e alla vostra abilità.

Come abbiamo detto, si può anche sostituire l’alga nori con altre alghe, che conferiscono all’hosomaki un sapore del tutto differente. Oppure, potete eliminare del tutto l’alga e chiudere il sushi in una sottile sfoglia di frittata, meglio se preparata al forno, cosicché sia più facilmente lavorabile.

Suggerimenti

Per preparare un hosomaki perfetto, è indispensabile adottare alcuni accorgimenti. Innanzitutto, bisogna prestare attenzione alla tipologia di riso: cercate quello specifico in un negozio di alimentari etnico, oppure acquistatelo online. Utilizzando tipologie nostrane è difficile ottenere lo stesso effetto colloso, dovuto all’alta quantità di amido presente nel riso giapponese, che permette di mantenere il sushi ben unito.

Poi, non dimenticate di usare molta cautela quando arrotolate il sushi su se stesso. In questa fase, è facile commettere errori e ritrovarsi tra le mani un involtino dall’aspetto poco uniforme o, addirittura, rotto! Quindi, procedete molto lentamente, aiutandovi con la stuoia apposita, e solo dopo esservi assicurati che il riso sia stato ben livellato.

Inoltre, ricordate che il pesce deve essere sempre abbattuto preventivamente. Potete acquistarlo surgelato, oppure inserirlo per 24 ore all’interno del vostro congelatore.

Infine, sappiate che anche l’accompagnamento riveste una grande importanza quando si mangia il sushi, soprattutto quello più semplice come l’hosomaki. Di salse di soia, per esempio, ne esiste una gran varietà: scegliete quella più adatta ai vostri gusti e all’ingrediente principale che avete scelto. Lo stesso vale per il wasabi, che può essere più o meno intenso. Potete anche preparare una salsa agrodolce, se apprezzate il genere. Per accompagnare, poi, spesso si serve un bicchierino di sake, il tipico liquore giapponese.

Curiosità

In giapponese, il termine “hosomaki” significa grossomodo “rotolo stretto”: un nome essenziale, così come essenziale è questa tipologia di sushi, caratterizzata appunto dall’essere un semplice involtino di riso arrotolato molto stretto attorno a pesce o verdure.

È uno dei tipi di sushi probabilmente più antichi, e la sua origine risale a molti secoli fa. In origine, infatti, il sushi non era altro che un metodo di conservazione del pesce: un po’ come, in Europa, baccalà e stoccafisso sfruttavano l’essicazione per allungare i tempi di mantenimento del merluzzo, così salmone e tonno venivano fatti fermentare, in oriente, per poter essere conservati più a lungo; si scoprì presto che, all’interno di uno strato di riso imbevuto di aceto di riso, il processo avveniva in maniera più rapida ed efficace, e così il piatto nacque da sé.

La storia del sushi non conosce interruzioni fin da queste origini remote, circa dal nostro medioevo, ma è solo nel secolo scorso che il sushi diventa estremamente popolare e, per così dire, “di tendenza” non solo in oriente ma anche in occidente.

Nelle affollate strade di Tokyo, fin dai primi del Novecento, moltissimi banchetti lo vendono per la strada, e anche i ristoranti stellati iniziano a servirlo nelle più diverse varianti, anche gourmet. Poi, attorno agli anni ’70, quando l’economia giapponese conosce un boom decisivo, anche la cucina si espande all’estero, dapprima negli Stati Uniti e poi anche in Europa e nel nostro Paese.

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